Pubblichiamo sul nostro sito una traduzione di questo articolo di The Hindu, che ci introduce ad uno tra i siti archeologici più metafisici ed iniziatici dell'India. Purtroppo, come ho già evidenziato in altro scritto, questo bellissimo Tempio è oggi non solo scempiato dal turismo di massa ma altresì meta di pellegrinaggi ad opera di gruppi neo-spiritualisti riconducibili alla cosiddetta "spiritualità femminile" americana New Age più deteriore, ispirata al delirio fanta-archeologico di Marija Gimbutas. La scrittrice è stata corifea - forse suo malgrado - di un cosiddetto "Movimento della Dea" che si è diffuso dagli USA in Italia con connotazioni religiose e con una propaganda settaria e fortemente dualista nei toni. Basta una veloce lettura delle pubblicazioni principali delle sue epigoni per capire che siamo agli antipodi di un vero pensiero metafisico...In definitiva sembra davvero difficile per le menti degli occidentali e delle occidentali concepire un Ente impersonalista, che non sia la proiezione di qualcosa di umanizzato, maschile o femminile che sia! E' chiaro che siamo dinanzi all'ennesima ideologia regressiva adatta a menti infantili, semplici e soprattutto limitate alla propria identificazione con il corpo fisico ed i suoi attributi.
Difendiamo quindi gli aspetti più iniziatici ed impersonali del simbolismo delle Yogini, soprattutto dopo che, come se non bastasse, ci ritroviamo con una signora nostrana che le ha fatte diventare un mazzo di tarocchi!! A questo proposito potete divertirvi con la lettura di questo articolo inviatoci da un nostro confratello:
YOGINI ORACOLI E TAROCCHI
http://aryasamajroma.blogspot.it/2016/01/yogini-tarocchi-oracoli.html
Difendiamo quindi gli aspetti più iniziatici ed impersonali del simbolismo delle Yogini, soprattutto dopo che, come se non bastasse, ci ritroviamo con una signora nostrana che le ha fatte diventare un mazzo di tarocchi!! A questo proposito potete divertirvi con la lettura di questo articolo inviatoci da un nostro confratello:
YOGINI ORACOLI E TAROCCHI
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"Yogini Temple of Hirapur" – The Hindu, 17/10/2003
http://www.hindu.com/fr/2003/10/17/stories/2003101701580900.htm
Visitare l'Orissa-Kalinga, chiamato anticamente Utkala, costituisce un'esperienza tanto sublime quanto esteticamente appagante. Nel suo isolamento l’Orissa ha conservato molti degli aspetti più importanti del patrimonio culturale dell'India. E ' per questo motivo che lo Stato ha molto da offrire al viaggiatore curioso che cerca di scoprire nuovi misteri.
http://www.hindu.com/fr/2003/10/17/stories/2003101701580900.htm
Visitare l'Orissa-Kalinga, chiamato anticamente Utkala, costituisce un'esperienza tanto sublime quanto esteticamente appagante. Nel suo isolamento l’Orissa ha conservato molti degli aspetti più importanti del patrimonio culturale dell'India. E ' per questo motivo che lo Stato ha molto da offrire al viaggiatore curioso che cerca di scoprire nuovi misteri.
La cultura del tempio è la caratteristica dominante che colpisce il visitatore dell' Orissa. Ci sono templi che non sono molto significativi per la qualità della scultura ornamentale o per la particolare bellezza della struttura architettonica, ma nondimeno si nota il potente impatto dinamico della loro architettura religiosa. Uno di questi è il tempio delle 64 Yogini di Hirapur. Alla periferia di Bhubaneswar, 20 km a sud-est della città, in mezzo a campi di riso, sorge questo tempio del IX secolo. Una caratteristica importante di questo santuario è il suo essere hypaetro (senza tetto). Ha un ruolo importante in quanto è il secondo del suo genere in Orissa ed uno dei quattro templi in India appartenenti a questa tipologia (due sono in Orissa e gli altri due in Madhya Pradesh). Appartiene ad un genere di architettura che è completamente diversa dalla scuola principale Odissi. I santuari delle Yogini possono essere visitati a Hirapur (vicino a Bhubaneswar) e Ranipur-Jharial (Orissa occidentale).
Il medioevo ha visto lo sviluppo del culto della Yogini che era basato sui principi della scuola Shakta. Anche se questo culto ha origini criptiche, ha una lunga storia e si è sviluppato e diffuso in tutta l'India, ad eccezione del sud. Esperti e studiosi di diverse discipline propongono teorie molteplici a sostegno della loro origine ed espansione, ma non si è riusciti a giungere ad una conclusione definitiva. Il motivo può essere la non disponibilità di testi autentici e la cessazione delle pratiche occulte in loco.
I testi vedici parlano anche di alcune yogini singolarmente, ma mai citano la compresenza di 64 Yogini cui viene reso un culto unitario. Si ritiene che il culto delle Yogini si sia sviluppato nel VI o VII secolo. Il tempio di Hirapur fu scoperto dal defunto K. N. Mahapatra, eminente storico e archeologo dell’Orissa. Il tempio ha 64 nicchie, una per ogni immagine della yogini. Chi sono queste yogini? In mancanza del dato storico si deve fare affidamento sui Purana. Il Markandeya Purana dà un interessante resoconto delle origini della grande Dea e delle Yogini come Matrikas. Nel testo viene chiesto loro di assistere la Dea Durga nella sua guerra contro Raktabija, un re demone che si moltiplicava da ogni goccia del suo sangue sparso sulla terra, grazie ad un dono terribile che era riuscito a ottenere. Le yogini, dirette da Durga, bevvero tutte le gocce di sangue prima che toccassero il suolo e così il demone fu ucciso. Il Mahabhagavata Purana narra che Mahadeva stabilì la residenza di Kali come una vasta città fortificata da un muro con quattro accessi orientati secondo le quattro direzioni dello spazio. Seduta al centro, su un trono di leone, è la Dea, attorniata dalle 64 Yogini e dai Bhairav, cui è affidata la protezione della città.
Ancora più interessante è quanto narrato nel Matsya Purana. Andhaka, un Asura, stava terrorizzando l'intero universo. Una volta il demone attaccò persino il Kailasa nel tentativo di catturare Uma Devi. Shiva tentò di contrastarlo con la sua arma Pasupata Astra. Nonostante ciò, a seguito di un dono (simile a quello di Raktabija) innumerevoli demoni nascevano, moltiplicandosi, dal sangue che colava dalle ferite di Andhaka. Shiva dunque creò innumerevoli madri divine che bevvero tutto il sangue, distruggendo il demone. Ma questo condusse ad un nuovo problema: le madri continuarono come furie e Shiva cercò l'aiuto di Narasimha, che creò 32 madri, ancor più formidabili.
Incapaci di sopportare questo potere, le forme create da Shiva andarono da Narasimha che consigliò loro di nutrire e proteggere l'universo. Essi avrebbero dovcuto aiutare Parashakti nella sua opera divina.
L'ingresso al tempio
Il culto delle 64 Yogini, così come le sue segrete pratiche occulte e la relativa filosofia, sono sistematizzati da Matsyendranath (VIII al X secolo d. C.) nel suo opera principale, il Kaulajnananimaya. Matsyendramath ha un ruolo importante in seno ai movimenti religiosi dell'India medioevale ed è venerato anche in paesi confinanti, come il Nepal e il Tibet. Anche in Kashmir è adorato come un Acharya shivaita.
Il numero di Yogini differiscono da una fonte all'altra, ma sessantaquattro sembra essere quello più comunemente accettato. Le Yogini principali, note anche come Dee-Madri, sono Brahmani, Mahesvari, Vaishnavi, Kaumari, Varahi, Indrani e Chamunda che secondo i miti sono stati create per bere il sangue dei demoni. Si presume che queste Dee-Madri, che sono evidentemente le Yogini, si siano moltiplicate moltiplicate in sessantaquattro.
Un muro circolare di meno di due metri di altezza circonda le 64 nicchie che, all'interno, attorniano il sacello hypaethro delle Yogini. Tutte le nicchie, tranne una, contengono l'immagine di una dea Yogini. Alcune di loro sono raffigurate con corpi voluttuosi, altre con aspetto orribile ed altre ancora con teste di animali.
Il tempio era in funzione nei secoli dal IX al XII e le Yogini erano adorate in vista dell’acquisizione di poteri soprannaturali. Sembra che il culto fosse incentrato sulla ripetizione dei nomi delle Dee. Più tardi, quando l'uso dei santuari per il culto cessò, gli i devoti iniziarono ad adorare le Yogini mediante i diagrammi mistici.
(Chandi Devi è prevalentemente decorata in rosso.)
Un recinto circolare a cielo aperto è la forma caratteristica che consente di identificare i santuari dedicati alle Yogini. V. W. Karambelkar sottolinea che la forma circolare e l'assenza del tetto nei templi delle Yogini trovano una giustificazione in alcune antiche leggende relative alle Yogini stesse. Si narraa che queste divinità vagassero insieme nell’aria e, quando scendevano sulla terra, si disponevano sempre in cerchio.
Il tempio circolare delle Yogini può essere considerato come una rappresentazione iconica di Shiva e Shakti: il primo è posto al centro nel ruolo di axis mundi, la seconda, si moltiplica in 64 divinità femminili che circondano Sihva in un cerchio, come da tradizione mandala-chakra-yantra.
Questo particolare tipo di architettura templare si sviluppa nelle zone centrali e orientali dell'India tra l'VIII e il XII secolo d.C. Il loro stile architettonico non è menzionato nel Silpa-Sastra in quanto è stato tenuto segreto dalle sette praticanti il culto.
V. Guhan
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